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I limoni cambiano la vita

I genitori commercianti siciliani dell’ortofrutta non fanno a tempo a trasferirsi a Cesena, nodo strategico della frutta fresca in Italia, che la crisi del 2008 li travolge. I soldi per far studiare Marianna a Milano da un momento all’altro non ci sono più.

Madre e figlia non si arrendono, anzi alzano la posta all’inverosimile: innovare in un settore vecchio come il mondo. Le notti in bianco le usano per riscoprire tante eccellenze italiane e per ridargli un senso etico prima che economico.

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Il limone siciliano che regala frutti tutto l’anno grazie alle tre fioriture, primofiore, bianchetto e verdello di cui recupereranno l’ultima, la più pregiata ma che nessuno vuole per il colore verde che viene confuso con un frutto non maturo. Il bergamotto calabrese dalle molteplici proprietà benefiche che porteranno per la prima volta sui banchi dei supermercati. Il pomodoro sughello di Pachino ricco di licopene, un antiossidante naturale. E avanti col broccolo pugliese, l’aglio di Voghera, le erbe aromatiche di Sicilia o lo zafferano biologico coltivato nei Monti Sibillini.

Un trionfo di varietà locali semisconosciute ma preziose per la nostra cultura alimentare. Un impegno a riconoscere un’equa distribuzione del reddito lungo tutta la filiera, garantita dalla cooperativa agricola Le Foglie fondata ad hoc con l’intento di ridare dignità al lavoro agricolo. Un rispetto del corso delle stagioni senza sconti né trattamenti chimici, perché proprio nella buccia degli agrumi, ad esempio, si trova il prezioso D-limonene con proprietà antidepressive, immunostimolanti, antibatteriche e antitumorali.

Parte così nel 2015 Marianna Palella che con la mamma Paola Pappalardo al suo fianco propone la sua startup CITRUS, un fatto culturale prima che commerciale ed etico prima che economico. Marianna ha 22 anni e grazie alla IULM che comprende le difficoltà economiche in cui si trova e le viene incontro, continua a studiare fino a laurearsi due anni dopo.

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Per divulgare una cultura alimentare più consapevole e rispettosa dell’ambiente e dei lavoratori madre e figlia si inventano un macchinario in grado di soffiare letteralmente all’interno delle retine (rigorosamente sostenibili) informazioni di valore sui prodotti e la filiera e messaggi positivi per sorridere al consumatore attraverso uno storytelling mai visto in questo settore.

Non contenta, Marianna ha legato la crescita dell’impresa alla ricerca scientifica, destinando parte dei ricavi a finanziare borse di studio per medici e ricercatori impegnati in campo nutrigenomico e oncologico. In 7 anni ne finanzierà oltre 40 attraverso la Fondazione Umberto Veronesi, il che di ritorno ha permesso anche di portare divulgatori scientifici nei punti vendita a disposizione dei consumatori.

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Creatività milanese e base operativa a Cesena, circondata prevalentemente da donne e quasi tutte under 30 come lei, Marianna ha festeggiato il 2021 col fatturato che vola verso i 7 milioni € ed il primo bilancio di sostenibilità che premia la sua ricetta del cuore: filantropia, promozione di stili di vita salutari e governance al femminile.

Un risultato straordinario in un Paese dove solo un’impresa su cinque è guidata da donne e meno di 3 imprese su 100 è giovanile ovvero posseduta da persone di età inferiore ai 35 anni.

Il vero segreto? La capacità di lasciare andare le proprie idee perché si uniscano a quelle degli altri e producano nuove idee. E se gli altri sono i tuoi genitori, può essere un vantaggio: “La cosa bella è che sai che dopo tutto è sempre tua madre. Certo, le porte sbattono, si urla, ma hai quella mancanza di filtri che permette di sviluppare una terza idea: non la mia e non la sua, ma una terza che nasce dalle nostre”.