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Una storia di famiglia dal 1922

A 32 anni è già scampato a morte certa per ben due volte. Due generazioni dopo la sua impresa è una delle eccellenze del nostro Made in Italy.

Ruggero è il nono di tredici figli di un fornaio della provincia veronese. L’adolescenza la passa lavorando come garzone di pasticceria. La gioventù se la prende invece la Grande Guerra dove sopravvivrà miracolosamente alla battaglia di Caporetto, la più grave disfatta nella storia dell’Esercito Italiano. Ha 22 anni.

Riprende la mano per l’impasto e in 5 anni apre il suo laboratorio in città. Non gli basta. Lo incantano le storie di successo di chi emigra al di là dell’Atlantico. A 32 anni si imbarca con tutte le sue attrezzature per l'Argentina, ma il Principessa Mafalda cola a picco a 80 miglia da Rio de Janeiro, il disastro navale italiano più grave del Novecento.

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Ruggero non sa nuotare, ma ha la presenza di spirito di aggrapparsi ad un salvagente finché non lo raccolgono i soccorsi, tra i pochi sopravvissuti delle centinaia di passeggeri. Tassista a Rio per racimolare i soldi e raggiungere Buenos Aires, qui impiegherà 10 anni a far fruttare le sue abilità pasticcere per rientrare in Italia.

A 42 anni riconquista Verona. La pasticceria che apre diventa in poco tempo la più popolare della città perché il dolce tipico che sforna lo sa fare davvero bene.
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Ancora una Guerra Mondiale e Ruggero Bauli risolve il problema del lunghissimo tempo di lievitazione del pandoro. La pasticceria può diventare un’industria che col pandoro sfornerà panettoni e colombe.

Sarà suo figlio Alberto (foto sotto) a liberare l’azienda dalla stagionalità delle ricorrenze natalizie e pasquali, buttandosi in biscotti e brioches. Lo farà salvando eccellenze come Doria e Bistefani e riportando in Italia i panettoni Motta e Alemagna.

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Sua sorella Rosa Maria firmerà invece il colore lilla, cifra cromatica dei Bauli, cambiando il colore dell’incarto del pandoro inizialmente verde.
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Con Adriano e Carlo i 4 fratelli faranno di Bauli un’azienda da 500 milioni € che taglia quest'anno il nastro del secolo di storia e che la recente morte di Alberto ha consegnato alla terza generazione guidata da Michele, il figlio di Adriano (foto sotto).Cattura-Apr-11-2022-04-32-51-38-PM
La ricetta del successo di Bauli Group è sempre quella del nonno Ruggero: nessuna ricetta scritta, perché ogni giorno si deve migliorare quella del giorno prima.