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Delle umane contraddizioni

«Compio 50 anni di lavoro, quindi sono sul punto non dico di lasciare l’azienda, ma di lavorare solamente nel Comitato Esecutivo, interessandomi non più a livello operativo ma a livello strategico. Qui abbiamo bisogno di qualcuno che venga a darci quello che a noi è mancato, ci vuole uno che viene dall’esterno. Ci vuole uno più freddo.»

È il 2000 e il manager freddo che Leonardo sta invocando arriva nel 2004. Non arriva dal Canada come Sergio Marchionne (che nello stesso anno inizia in FIAT), ma da Milano: si chiama Andrea Guerra.

Il passaggio di testimone è salutato positivamente dalla stampa e dai mercati finanziari. L’azienda è indicata come modello di impresa responsabile e lungimirante, capace di managerializzare per costruire un futuro sostenibile. Per la seconda generazione è stato disegnato un ruolo diverso, quello dell’investitore di lungo periodo: «Non voglio figli in azienda!».

Nonostante risultati eccellenti - crescita, sviluppo, innovazione, redditività, valore economico, responsabilità sociale – in 10 anni l’equilibrio tra il fondatore e il manager si rompe e quest’ultimo deve lasciare, sostituito con due co-amministratori che si trovano a lavorare a stretto contatto con un presidente-azionista di controllo che rientra alla soglia degli 80 anni. Uno dei due se ne va dopo poco, viene sostituito con un altro, ma se ne va anche questo dopo meno di un anno. Ne resta uno, uomo di fiducia del Presidente e della sua seconda moglie.

A Ottobre 2018 l’impresa si fonda con un partner transalpino e nasce un gruppo da 16 miliardi EURO.
Il Consiglio di Amministrazione si compone di 16 membri, di cui 8 designati dai francesi (incluso il Vice Presidente Esecutivo) e 8 dalla holding di famiglia (incluso il Presidente Esecutivo). 

A Marzo 2020 viene fatta fuori la co-CFO espressione dei francesi. Il 25 Giugno 2020 si dimette il numero due francese e braccio destro di Hubert Sagnières, il quale insieme con l'oramai ottantacinquenne Leonardo Del Vecchio è alla guida dell’intero gruppo, a pari poteri.

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Nato a Milano, è l'ultimo di quattro fratelli. Il padre Leonardo, commerciante di frutta proveniente da Trani, muore prima della nascita dell'ultimo figlio, che viene chiamato come lui. Il giovane Leonardo viene affidato al collegio dei Martinitt, e vi rimane fino al diploma di scuola media. All'età di 15 anni va a lavorare come garzone alla Johnson, una fabbrica produttrice di medaglie e coppe. I proprietari della fabbrica lo spingono a iscriversi ai corsi serali all'Accademia di Brera per studiare design e soprattutto incisione. A 22 anni si trasferisce in Trentino, dove trova lavoro come operaio in una fabbrica di incisioni metalliche. Nel 1958 si trasferisce quindi in provincia di Belluno, per aprire una bottega di montature per occhiali. Dopo tre anni, nel 1961, la bottega si trasforma in Luxottica S.a.s., con quattordici dipendenti, specializzata nella produzione di minuteria metallica per le occhialerie.

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Leonardo Del Vecchio avrà sei figli:
Claudio, Marisa e Paola, nati dal primo matrimonio con Luciana Nervo
Leonardo Maria, avuto con la seconda moglie Nicoletta Zampillo, dalla quale si è separato per un po’ per poi risposarsi nel 2010.
Luca e Clemente, nati dalla relazione con Sabina Grossi, ex investor relator di Luxottica

Dalla suddivisione rigida della cassaforte di famiglia (la lussemburghese DELFIN) tra i sei figli (16,6% ciascuno) nel 2010 Nicoletta ottiene per sè e per Rocco Basilico, figlio di primo letto col finanziere Paolo Basilico fondatore del Gruppo Kairos, il 25%. Ai tre figli di Luciana va così il 37,5% e ai due di Sabina il 25%. Lo statuto prevede che tutte le decisioni vengano prese con il voto favorevole dell’88% del capitale: nessuno può essere in disaccordo e nessuna decisione può essere presa contro la volontà di Nicoletta.

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Leonardo Maria (nella foto con la mamma e il fratellastro Rocco), classe 1995 viene nominato nel consiglio di amministrazione il 30 aprile del 2019, facendo così cadere uno dei principi del padre che aveva sempre dichiarato di non volere i figli in azienda.

Quando Del Vecchio muore nel 2022 a 87 anni, è nel pieno dei poteri esecutivi del colosso che è tornato a guidare. Per trovare un leader vivente alla guida operativa di un'organizzazione più anziano di Leonardo Del Vecchio bisogna guardare a Mahathir Muhamad, rientrato a 92 anni come Presidente della Malesia e dimissionario a 94.

Nel CDA di DELFIN entra intanto anche Rocco Basilico. Gli 8 soci si spartiscono così una torta da 30 miliardi € mentre Francesco Milleri, uomo di fiducia della prima ora di Del Vecchio, si ritrova catapultato ai vertici di Essilor Luxottica e di Delfin, lasciando aperte un paio di domande:

  • Riusciranno a convivere pacificamente gli otto soci con 47 anni di differenza di età tra il primo e l’ultimo?
  • Con una governance che impone l’accordo totale agli otto soci, riuscirà Francesco Milleri ad operare nell’interesse di tutti gli stakeholders, non essendo un azionista e dovendosi quindi continuamente confrontare con la famiglia?

Forse ha ragione Groucho Marx quando dice: "L’uomo non controlla il proprio destino perché le donne della sua vita lo fanno per lui".

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