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Il potere non fa le cose giuste, fa solo la storia.

Figlio di un ciabattino analfabeta, la miseria lo consegna all’orfanatrofio milanese dei Martinitt dove impara il mestiere di tipografo. A 20 anni ha l’intuizione delle cartoline commemorative della guerra di Libia. Prova a fare col solo aiuto di un operaio. Funziona, ma scoppia la Prima Guerra Mondiale.

Tornato dal fronte miracolosamente illeso, la svolta per Angelo arriva quando incontra Calogero Tumminelli, editore d’arte e dell’Enciclopedia Treccani di cui gli affida la stampa. Ad Angelo non basta, ma servono nuovi soci. Arrivano tre pezzi da Novanta: Giovanni Treccani in persona, Ettore Bocconi (fratello di quel Luigi disperso in Africa, cui il padre intitolerà l’omonima università milanese) e Senatore Borletti (che dei Magazzini Bocconi farà La Rinascente).

l_no-ils_14-1-e1551354120857-870x1024Angelo Rizzoli con Giulio Andreotti al Teatro dell’Opera di Roma. Foto: Archivio Storico Luce

Angelo Rizzoli entra così nella Milano che conta e all’editoria affianca il cinema con quella CineRiz che produrrà anche i capolavori di Fellini. Quando morirà nel 1970, il Corriere della Sera pubblicherà due pagine di necrologi, fatto mai accaduto prima.

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Suo figlio Andrea raccoglie un testimone che scotta: un padre ingombrante e 100 miliardi di Lire di eredità. Cercherà di far fruttare entrambi, conquistando la presidenza del Milan, aprendo la sua casa editrice al primo dirigente che vorrà donna (Franca Matricardi, una scelta controcorrente per l’epoca) e comprando nientemeno che il Corriere della Sera dai Crespi, famiglia di cotonieri lombardi che hanno appena licenziato un certo Indro Montanelli.

Si realizza così il suo sogno di imprenditore, ma il giornale perde 5 miliardi l'anno. È il 1974 e Andrea passa il testimone ad Angelo (detto “Angelone”), primogenito di 4 figli di cui 2 finiranno suicidi.

Famiglia_RizzoliAngelo Rizzoli a destra, col figlio Andrea e il nipote "Angelone"

Conta su quel figlio per risistemare il giornale nato un secolo prima dall’iniziativa del napoletano Eugenio Torelli, il primo numero di 4 pagine stampate in 15.000 copie annunciato dagli strilloni in piazza della Scala il 5 marzo 1876 ed il ricavato devoluto alle famiglie bisognose dell’associazione dei tipografi per farsi amico l’ambiente editoriale.

corriere1_imagefullwideLa copertina del primo numero del Corriere della Sera

Angelone però dura poco. È un gioco più grande di lui. Finisce tutto alla loggia P2 targata Licio Gelli, figlio di un mugnaio della provincia pistoiese. Poi a Gemina, la holding snodo dei poteri forti italiani.

45-7-747x420-1-1Angelone RIzzoli ai tempi della relazione con Eleonora Giorgi

Infine a Urbano Roberto Agostino Cairo, figlio di un rappresentante di mobili della provincia di Alessandria che a 26 anni prenderà per vere le parole di Silvio Berlusconi che dalle pagine di Capital invita i giovani con buone idee a contattarlo. È il 1981. Urbano impiegherà 3 giorni di telefonate per ottenere un appuntamento. Il Cavaliere lo prenderà come suo assistente e la sua carriera decollerà senza più fermarsi.

4332.0.36661926-kvEI-U31301380874864XPE-656x492@Corriere-Web-SezioniUrbano Cairo all'ingresso di via Solferino

Ha detto Jim Fiebig: “Il potere non fa le cose giuste, fa solo la storia.”