Con 2.000 Lire (8.000 € di oggi) prova a svoltare nella raccolta e commercio dei prodotti agricoli di Albenga. Tre generazioni dopo la sua impresa fattura 120 milioni €.
È il 1908 quando Benedetto compra un magazzino in via dei Mille, la strada dei vecchi mestieri e dei commercianti. Presto ad albicocche e pomodori affianca uva passa e datteri che va a prendere di persona al porto di Marsiglia. Per venderli firma un packaging che dopo un secolo è ancora un classico: la scatola ovale “Marsigliese”.
Sopravvissuto alla Prima Guerra Mondiale a dargli manforte arriva il figlio Pierluigi che farà della tecnologia la cifra dei Noberasco per le generazioni a venire:
👉 1933, il primo vagone frigorifero in collaborazione con le Ferrovie dello Stato per la freschezza dei prodotti
👉 1970, nuove tecnologie allungano il tempo di conservazione dei prodotti morbidi; dai prodotti sfusi si passa a quelli confezionati
👉 2000, arriva il Bio, strategia che è cultura per allontanare le persone dal cibo spazzatura
👉 2003, Agri Food unico stabilimento al mondo di frutta essiccata senza conservanti
👉 2012 in piena tempesta dei debiti sovrani investono 55 milioni € (quasi il fatturato) nella fabbrica più automatizzata d’Europa del settore, eccellenza italiana di industria 4.0 dal volto umano con area fitness, spazi verdi e l’orto biologico con prodotti utilizzati nella mensa e a disposizione dei dipendenti.
👉 2021, il progetto di rinascita di filiere abbandonate (come le arachidi oggi tutte di importazione) in partnership con Coldiretti (il maggior proprietario terriero italiano) e Bonifiche Ferraresi (la più grande organizzazione di agricoltori a livello europeo)
Alla guida di Noberasco dal 2016 la terza e la quarta generazione con Gabriele Presidente (ex campione di rally, secondo da sx) e Mattia Amministratore Delegato (secondo da dx) che in 10 anni ha raddoppiato il fatturato.
“Potevamo espanderci in Svizzera, Slovenia o Francia. Alla fine però siamo voluti restare nella terra dove la nostra famiglia vive almeno dal 1600: siamo imprenditori liguri e per noi l’italianità è un valore fondamentale”.