L’accelerazione digitale dei mercati non lascia spazio a tentennamenti e ad errori, ma non è certo a questo che nel 1972 pensava Virginia Nicosia, quando appena quindicenne dovette rimboccarsi le maniche per far fronte alle difficoltà finanziarie seguite alla separazione dei suoi genitori, emigranti italiani che nel secondo dopoguerra erano arrivati nell'Illinois.
Mentre sua madre lavora per arrivare a fine mese, Virginia bada ai suoi 3 fratellini, finisce il college, si iscrive all'università e si laurea con lode in ingegneria e informatica grazie ad una borsa di studio della General Motors, dove inizia a lavorare.
Ma presto la passione per l’informatica la porta in IBM dove la sua carriera è inarrestabile portandola a sostituire nel 2012 il mito italo-americano del management Sam Palmisano, alla guida del colosso informatico che Virginia riposizionerà attraverso 65 acquisizioni dalla consulenza al business cloud fino all'intelligenza artificiale, l’informatica quantistica e la blockchain.
Ma l’accelerazione impressa ad un gigante da 100 miliardi $ di fatturato e 108 anni di storia deve fare i conti con l’inerzia della tradizione. Vendita di licenze software, innumerevoli famiglie di server, e servizi di consulenza che rappresentano la legacy di IBM nel 2012, non sono facili da rendere patrimonio liquido convertibile in nuovo valore alla velocità che gli azionisti richiedono. Ci vuole altro che un business cloud da 21 miliardi di dollari per competere con titani giovani, agili e affamati come Amazon, Google e Microsoft.
Ed è così che Virginia ha appena deciso, a 62 anni, di fare un passo indietro e lasciare la guida di IBM a chi ha un background tecnico più aggiornato e possa così avere i numeri per avere ragione della sempre maggiore complessità e velocità della rivoluzione tecnologica.
Onore all'etica professionale, Virginia non avrà certo difficoltà a mantenere la sua forza di influenzare il mondo dalla nona posizione della classifica delle 10 donne più influenti del mondo, nella quale l’ha collocata la rivista Forbes.
Il nome col quale Virginia è conosciuta in tutto il mondo, grazie al matrimonio col business investor Mark Anthony Rometty – Virginia “Ginni” Rometty – aprirà ancora molte porte alla sua imprenditorialità dal DNA tricolore ed al suo motto che celebra la condivisione del sapere come differenziale competitivo: “Your value will be not what you know. It will be what you share”