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6 min

Tira aria buona nella bassa veronese...

Ha 39 anni Matilde Venturini quando resta vedova con 4 figli piccoli ed un forno da pane con negozio di alimentari annesso da mandare avanti.

La sua passione sono i dolci, di cui annota da sempre ricette e segreti. Prova a venderli. Funziona.

Compra la prima macchina per biscotti siringati, ma un’ordinanza del 1917 proibisce di fabbricare biscotti dove si cuoce il pane. Intervengono i figli Angelo e Bepi ad aiutarla a tirare su un muro in tinello per separare le produzioni.

Il negozio può andare avanti e superare due guerre mondiali. La seconda si porterà via Matilde e Angelo prenderà in mano l’attività, abbandonando il pane e concentrandosi sulla pasticceria con la nuova macchina per biscotti automatica che acquista nel 1946.

È l’inizio di un’epopea che scriverà coi suoi figli: Mario vende e consegna, Giuseppe (appena 16 anni) e Beppina affiancano il padre in produzione.

Veloce nel rilevare Grisbì e Mr.Day da Parmalat (passando in una notte da 200 a 600 dipendenti), capace di superare la crisi del 2008, illuminato nell’aprire management (le sue tre figlie non vorranno salire al vertice) e capitale dal 2016, sarà Giuseppe a consegnare alla quarta generazione il nome di nonna Matilde (vedova di Sante Vicenzi), un pezzo del nostro miglior Made In Italy.

Famiglia-Vicenzi

124 Milioni € di fatturato, inserita ormai la quarta generazione di pasticceri, Giuseppe Vicenzi continua con la stessa ricetta di sempre: originalità delle ricette, qualità delle materie prime ed i preziosi insegnamenti di nonna Matilde e papà Angelo.

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L’amaretto “buono, bello e meno caro dei concorrenti”. Il savoiardo, prodotto icona col 27% di uova fresche invece del 14% in polvere dei concorrenti low-cost. Le Millefoglie, lavorate col solo burro invece della margarina usata dai concorrenti, grazie ad impianti di produzione giapponesi per la prima volta installati in Europa.

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Il tutto nelle preziose scatole di latta che mantengono inalterata la freschezza dei prodotti e celebrano l’architettura ed il paesaggio delle maggiori città italiane.

Il tutto in quel San Giovanni Lupatoto, nella bassa veronese, dove a 3 Km in linea d’aria un'altra famiglia ha da tempo le mani in pasta: i Rana.